Pinna Sub e il Re del mare, vent’anni raccontati in una fiaba.

Pinna incontra il Re del mare che gli pone davanti una serie di ostacoli: dai regolamenti ai vincoli da superare fino ad arrivare ad oggi. Dietro ai traguardi ci sono sempre fatiche, passione, sacrifici e strategie da mettere in atto per andare oltre le difficoltà.

Tutto ha un senso, mai nulla per caso.  Ce lo dice anche il Pinna Sub di San Vito al Tagliamento, giunto ai vent’anni di attività che ha festeggiato durate un evento in cui ha “ripercorso la nostra storia, in particolare ciò che abbiamo fatto per l’inclusione degli atleti con disabilità e la crescita del nuoto pinnato, oggi inserito nella Fipsas (Federazione Italiana Pesca Sportiva Attività Subacquee e Nuoto Pinnato), dalle piccole gare all’istituzione del campionato italiano” afferma Massimiliano Popaiz, coordinatore delle attività di Pinna Sub.

LA FIABA

Un ventennio che il sodalizio presieduto da Franco Popaiz ha voluto immortalare attraverso una fiaba.

“L’idea è nata con la Futura di San Vito, una piccola casa editrice per raccontare in modo originale il cammino fin qui percorso e la fatica fatta affinché il nostro percorso fosse riconosciuto. Per farlo Pinna ha dovuto superare difficoltà che in larga parte ricordano quelle che i nostri atleti incontrano quando si avviano al nuoto pinnato. La nostra storia nasce da altre esperienze precedenti: io e mio papà Franco abbiamo incontrato persone che ci hanno stimolato alla pratica del nuoto e all’inclusione, così, fin dalla nascita del Pinna, il gruppo dei costituenti era già convinto di trovare una possibilità sportiva inclusiva. Va anche detto, però – aggiunge Popaiz -, che abbiamo sempre avuto la solidarietà e il supporto di amministrazioni come la nostra comunale di San Vito e la Regione FVG”.

SENZA BARRIERE

“Sappiamo che questi percorsi sono lunghi ma non abbiamo mollato e i risultati sono arrivati”.

Lo dicono anche i numeri:

“Negli anni il movimento è cresciuto: oggi abbiamo circa 20 istruttori e 150 atleti, di cui 40 con disabilità. Possiamo anche contare sull’importante staff di genitori per il terzo tempo, per noi fondamentale: i ragazzi hanno bisogno di attenzioni che spesso arrivano proprio dai genitori, con loro abbiamo fatto un lavoro di crescita reciproca. Abbiamo infatti constatato che questo momento aiuta anche i genitori a capire come motivare i propri figli: una disabilità che può essere più evidente fa capire come l’impegno e la voglia di farcela permetta la crescita del ragazzo. D’altra parte ci autoalimentiamo della buona volontà di ognuno nel vedere i risultati di tutti”. Il resto è una magnifica conseguenza.

SCUOLA NUOTO

“La nostra caratteristica – prosegue Popaiz – è unire diverse categorie per livello di apprendimento e non per attività o età: ciò consente che atleti di età diverse si incontrino e favorisce l’integrazione dei ragazzi con disabilità che possono allenarsi con tutti. Siamo specializzati, inoltre, con i più piccoli utilizzando il monopinna in miniatura che ricorda il nuoto dei delfini e delle sirene. I risultati della nostra scuola nuoto si vedono: quest’anno parteciperemo per la quarta volta al Trofeo Coni, a Rimini, in rappresentanza del Friuli Venezia Giulia”.

“Una delle nostre peculiarità è l’utilizzo, da subito, delle pinne per avere la spinta che dà sicurezza e ci aiuta nel fare appendere il gesto tecnico della respirazione in modo molto più veloce. Abbiamo pinne di varie forme: quelle classiche o il monipinna più piccolo o da gara. Poi usiamo il tubo aeratore frontale. Queste attrezzature supportano l’inclusione dei ragazzi con disabilità perché l’utilizzo di ausili come questo ci consentono di livellare o abbassare le difficoltà che nel nuoto puro incontrerebbero”.